Lalla, canti mistici.

Lalla

Che uccidano una capra
Grande o piccola,
Come pasto
Ne riceverò solo una pietra
Ricoperta da qualche chicco di riso. 


La sua lana vi copre e vi protegge dal freddo.
Lei si nutre di erba e beve acqua.
Chi vi ha detto, Pandit insensati,
Di offrire della carne animale ad una statua di pietra,
Affinchè gli Dei vi siano favorevoli ?


Ho visto un sant’uomo
Morire di fame
E cadere come una foglia d’autunno.
Ho visto un imbecille
picchiare il suo cuoco.
Da allora, io, Lalla,
Desidero spezzare i legami della mia schiavitù.


Con una corda leggera
Ho trascinato la mia barca lungo il fiume.
Shiva, mi senti ?
Mi aiuterai ad attraversare ?
Sono come l’acqua
In una coppa di argilla che non è stata cotta.
Mi spando e mi perdo.
Quando raggiungerò la mia dimora ?


Che mi deridano o mi insultino,
Shiva riposa nel mio cuore.
Niente può turbarlo.
Se sono la sua adoratrice,
Come potrà lo specchio del mio Cuore
Essere macchiato dalla cenere e dalla polvere ?


Pazienza, devo affrontare fulmini e tempeste
E affrontare con coraggio
l’opacità delle mie tenebre.
Schiacciata come semi nelle macine.
Se ho la forza di sopportare questi tormenti,
So che la gioia mi attende.


Talvolta mi ricoprono di rimproveri o
Mi insultano.
Che seguano le loro propensioni.
Talvolta mi adorano e mi offrono dei fiori.
Nella mia purezza
Sono indifferente ai rimproveri e alle lodi.


Solo chi porta il sandalo
Sa dove ferisce.
Errando da un luogo all’altro,
La mia sofferenza è il mio unico abito.
Ho ricevuto solo pietre.
Nessuno mi ha dato il suo sostegno.


E’ inutile annaffiare l’ortica con il latte,
Covare le uova di un serpente.
Seminare una duna di sabbia.
Friggere una galletta di fieno,
Dare gli insegnamenti a coloro che non
Li desiderano ardentemente.
Nutrire un asino con la melassa.
I nostri pensieri derivano dalle nostre azioni,
A che serve perdersi nelle parole ?


Sei saggio, fai emergere la tua follia.
Possiedi la visione profonda, sii cieco.
Senti, sii sordo.
Che ti immaginino come un blocco
d’insensibilità
E sentano ciò che desiderano.
E’ il comportamento di colei che conosce i
Tattva.


In questa vita,
Non cerco nè ricchezza, nè potere.
Non miro ai piaceri,
Del cibo frugale mi sazia.
Affronto le tempeste dell’avversità
Nutrendo in me il pensiero di Te.


Shiva, Vishnu, Buddha,
Qualsiasi sia il tuo nome.
Liberami dal giogo delle sofferenze mondane,
Perchè sono così debole e impotente!


Oh Mente, perchè ti sei intossicata
Con il vino delle credenze,
Invece che con l’amore vero ?
Perchè hai visto una realtà nell’irrealtà ?
La tua assenza di visione
Mi ha spinta in un mondo di artifici
E di movimenti illusori.


Arrivata dalla grande strada
Dove dirigere i miei passi ?
La notte cade sul fiume.
Neppure un soldo per il traghettatore.
Qual è il prezzo della traversata ?


Mi lamento sulla tua sorte, oh Mente !
Impercettibilmente, ti sei attaccata al mondo
illusorio.
Anche l’ombra delle proprietà scomparirà,
Perchè hai dimenticato il vero Sè ?


Per il mio arco, come freccia
ho solo un fragile giunco.
Il palazzo del mio cuore è stato affidato ad un miserabile carpentiere.
Il mio ardore alla ricerca è minacciato,
Come un negozio senza lucchetto
Al centro del mercato.
Il mio corpo non è stato toccato
Dalle acque sacre.
Chi può capire il mio smarrimento ?


Nata diversa.
In quale colore mi hanno immersa ?
Venti contrari mi attraversano.
Rocce appuntite mi fanno a brandelli.
Tutti i miei canti portano lo stesso marchio.
Con il cuore spezzato, su quale banco di sabbia
Si arenerà la mia barca ?


Da quale contrada sono arrivata ?
Da che strada ?
Dove andare ? Per quale cammino ?
Chi può guidarmi sulla Via della Verità
Nessuna sostanza nel mio soffio vuoto.


Ho sempre saputo che il mio corpo e il Tuo
Non fanno che un tutt’uno.
Tu sei me, io sono Te,
Ma mi rimane ancora da conoscere
La fusione del Tuo corpo e del mio.
Chi sei Tu ? Chi sono io ?
Questa unione intima non l’ho ancora
vissuta.


Onniscienza, autonomia, spazio.
Libertà assoluta, potenza, onnipotenza
Noi le possediamo. Tu ed io !
Shiva, dalla gola azzurra !
Separata da te, sono avvilita.
Tu sei il maestro delle sei qualità,
Ora che le ho dimenticate,
Come ritroverò la mia divinità ?


Sii senza paura, mente volatile.
Ciò che è senza inizio è senza fine.
Prenditi cura di te.
Accetta di ignorare il momento
In cui Shiva soddisferà la tua sete.
Attendi il richiamo divino
Che ti condurrà sull’altra riva.


Sofferente o radiosa,
Lascia che succeda.
Sorda ai suoni esterni,
Cieca agli oggetti.
Quando il richiamo divino risveglierà il mio cuore
La lampada ad olio brucerà,
Fiamma sempre tremante,
Nel cuore della tempesta.


Il nodo della mia gerla s’è sciolto,
La giara di miele si è rotta.
Come sopportarlo ?
L’insegnamento silenzioso del Guru mi ha
condotto all’agonia.
Ho perduto ciò che amavo.
Il mio gregge non ha più pastore.
Come sopravvivere ?


Mille volte ho interrogato il mio guru :
Qual è il nome di colui che non può essere
conosciuto ?
L’ho interrogato ancora e ancora,
Ma invano.
Da sola ho trovato la risposta :
Il Senza Nome, l’Inconoscibile.
E’ la fonte di ciò che i miei sensi
apprendono !


Io, Lalla, l’ho cercato e l’ho atteso.
L’ho rincorso con una pazienza infinita.
L’ho voluto intravvedere,
Ma la Sua porta era chiusa.
Il mio desiderio s’accentua
Ed è in me stessa che oggi
Lo attendo.


Alla fine il guru mi ha dato l’insegnamento.
Mi ha detto : « Inverti la tua ricerca,
Non dirigere più il tuo sguardo verso l’esterno,
Ma fissalo sul Sè. »
Quando la mente che differenzia si è assopita,
Ho portato questa realtà nel mio Cuore
E mi sono messa a danzare, nuda !


Venuta al mondo da una via stretta,
Ne uscirò da una porta invisibile..
Chi potrà offuscare la mia forma originaria ?
Io L’ho conosciuto a quella fonte.
Chi potrà ferire quella che gli è familiare
E intima ?


Colui che abbandona la lotta
Trova il frutto paradisiaco.
Seguendo parola per parola
L’insegnamento del guru
Scopre felicità e verità.
Allora la conoscenza del Sè
Giunge a maturità.


Sospeso il fondo del respiro,
L’ho visto.
La lampada brillò e io realizzai il Sé
La luce è sorta nel cuore delle mie tenebre,
Ho afferrato il gioiello del Sé.
L’ho tenuto saldamente.
Lasciando colare la luce fuori da me.


In piedi, Donna Regale,
Pronta ad offrire vino, carne e piacere dei sensi !
Quando conosci lo stato supremo,
Tutto è unito nel cuore della non dualità.
Quando celebri in compagnia
Di altri tantrika.
Tu glorifichi la Via della Mano Sinistra !


Quando la mente che differenzia si assopisce
La Kundalini si risveglia !
La fonte dei cinque sensi fiorisce costantemente.
L’acqua della presenza continua al mondo
E’ dolce e la offro a Shiva.
Il fremito perpetuo della coscienza
E’ lo stato supremo.


Quando trattenendo il soffio fisso
L’OM al centro dell’ombelico
Un ponte è gettato tra il mio essere e
l’immensità.
L’azione di questo unico mantra è tale
Che mille altri mantra non hanno più ragione
d’essere.


Se arrivassi alla consapevolezza dei miei canali
sottili
Potrei proiettare il mio desiderio nello spazio
E far colare l’ambrosia suprema.
Shiva non è facile da toccare
Questo è l’insegnamento.


Seduta in postura yogica
La respirazione consapevole,
La mente gusta la percezione immediata.


Ho chiuso le porte e le persiane del mio
corpo,
Ho afferrato il soffio
Come si afferra un ladro nella propria
Casa,
L’ho legato forte nel mio Cuore,
Et lì, l’ho flagellato con la frusta dell’OM.


Chi può impedire all’acqua di gelare?
Chi può trattenere il vento nel suo pugno ?
Solo colui che è dotato di sensi
Può vedere la luce nel più profondo di sè.


Siccome la Luna stava per sparire
Ho cantato la follia del mio cuore tormentato,
Messo a nudo dall’amore di Shiva.
Ho gridato : Cerco la verità ! Cerco la
realtà !
Il rubino del Sè risvegliato, mi sono assorbita
E il mio corpo è divenuto il contenitore del
divino.


La Realtà non è raggiunta con l’autocontrollo ,
con le pratiche ascetiche
e la continenza,
Ma con un desiderio incandescente.
Anche dopo esserti dissolta in questa Realtà
Come sale nell’acqua
E’ difficile nuotare nel Sé.


Ho aperto la mia mente,
Ho liberato la passione del mio Cuore,
Mi sono abbandonata totalmente a Lui,
Allora i Siddha mi hanno riconosciuta e hanno
esclamato « Gloria a Lalla ! »


Attraversate le sei foreste,
Ho toccato la luna con un dito
E mi sono dissetata con il nettare del soffio.
Con il fuoco dell’amore,
Ho portato l’incandescenza nel mio Cuore,
Dove ho realizzato Shiva.


Con una pratica costante,
Il sé limitato è diventato il Sé assoluto.
L’essere definito si è fuso nell’Essere totale
E in questa unità, il vuoto stesso
Si è ritirato nell’immacolato Paramashiva,
l’assoluto.
Quale lezione per te, uomo di cultura !


Parole, pensieri.
Torpore o risveglio della Kundalini, Loto
Supremo.
Né il silenzio nè le posture yogiche
Vi apriranno questo spazio.
Nè Shiva nè Shakti vi risiedono,
Una sola cosa dimora, il Sé.
Questo è l’insegnamento.


Abbandonate le pratiche tantriche.
Rimane il fremito dell’OM.
Sparito il suono, rimane il pensiero.
Svanito il pensiero, niente è più separato.
Il vuoto torna nello spazio vibrante
Della pura consapevolezza del Sé.


Ho afferrato le redini del pensiero legato all’ego.
Ho compresso la circolazione del soffio nelle
Dieci nâdî .
Il dito della Luna si è liquefatto e si è messo
a colare,
Allora è emerso il vuoto dallo spazio della pura
coscienza.


Abbandona le vane immaginazioni.
Rendi spazio al desiderio fino alla sua dissoluzione.
Ritorna all’intimità del Sé !
Non lo ricercare all’esterno.
Allora il vuoto integra lo spazio.


Io, Lalla, nel mio cuore ho oltrepassato la porta
del giardino.
Oh gioia ! ho toccato Shiva e Shakti abbracciati
E ho bevuto il nettare al lago della loro estasi.
Viva, morta per il mondo, viva !


Calato il sole, si disegna la luna.
Sparita la luna, rimane la Coscienza.
Crollata la Coscienza, resta la spazialità.
I tre canti : fremito di vita, libertà
sacra e beatitudine, si dissolvono.


Sono stremata dalla ricerca del Sé.
Chi avrebbe potuto avere accesso alla conoscenza
Silenziosamente raggomitolata nel vuoto del mio essere
Intimo ?
Mi ci sono colata,
E là, ho scoperto le coppe
Debordanti di nettare
Alle quali pochi esseri portano le loro labbra.


Nulla da contemplare !
Né Tu, né io,
Nè oggetto, nè metodo.
L’autore di ogni azione
Perde qui la sua identità !
Il cieco non lo può afferrare
Ma colui la cui coscienza è immacolata,
Non appena lo intravvede, si fonde nel Supremo.


Il freddo intenso può trasformare l’acqua in
Neve o in ghiaccio.
L’acqua si presenta allora sotto tre forme.
Ma illuminato dal sole della coscienza
Suprema
Tutto si dissolve in una sostanza cosmica.
L’universo animato, l’universo inanimato.
Non sono altro che Shiva.


Quando il giorno si riposa nella notte
La terra si dilata nel cielo !
Rahu, il demone dell’eclisse.
E’ inghiottito dal primo quarto di luna.
L’illuminazione è l’adorazione del supremo
Shiva.


Attaccata al mio corpo,
Ti ho perduto.
Ho passato i miei giorni a cercarti
Ma trovandoti in me
Ho riunito il Sé e Shiva
In un fremito di gioia.


Lavato dalle sue ceneri
lo specchio della mente
Con lucida chiarezza
Ho riconosciuto il Sé in me.
E quando L’ho visto
Nella mia dimora,
Ho saputo che era tutto
Et che io non ero nulla.


Coloro che hanno realizzato la felicità della
Cocienza
E la radiosità della conoscenza suprema
Sono liberati in questa vita
Gli esseri sprovvisti di sensibilità invece,
Aggiungono centinaia
di nodi all’immensa trama che racchiude il
mondo.


Mi sono unita a OM,
E così le fiamme hanno consumato il mio corpo.
All’incrocio dei cammini.
Ho seguito quello della verità.
Così, io, assetata di luce,
Ho raggiunto la dimora incandescente.


Colui che riconosce il centro del Cuore
Come tempio di Shiva
Sente il suono spontaneo che ne deriva
E con la corrente d’aria che nasce dalle narici
Tocca così il Cuore esteriore.


Le rappresentazioni degli Dei
E i templi,
Non sono altro che pietra
Dalla base alla sommità.
Chi adorerai tu, ignorante ?
Lascia semplicemente che soffio e cuore
Si uniscano in forma di offerta.


Erba Kusa, fiori,
Semi di sesamo, acqua e fuoco
Non sono indispensabili all’adorazione.
Colui che con tutto il suo cuore
segue l’insegnamento del suo guru,
Si assorbe in Shiva.
Conosce gioia, pienezza e liberazione.


Tu sei il cielo, sei la terra.
Tu sei il giorno, l’azzurro e la notte.
Tu sei seme, legno di sandalo, fiore e acqua
Perchè Tu sei la totalità.
Con quale offerta Ti posso adorare ?


Tre volte il lago ha inghiottito le sue rive,
Una volta s’è unito al cielo.
Un ponte celeste è apparso tra i monti
Harunka e la fonte Karusa
E sette volte il lago è divenuto vuota
immensità .


Racchiuso in un seme di mostarda
Questo lago disseta tuttavia tutti gli esseri.
Cervi, sciacalli, rinoceronti e trichechi
Appena nati, vi precipitano dentro.


Che fare dei cinque tattva, 
Dei dieci tattva e pure dell’undicesimo ? 
Hanno disturbato e sconvolto
Le braci sotto il vaso.
Se si fossero uniti per tirare la corda.
Non avrebbero perso la vacca.

Ride, starnutisce, tossisce e sbadiglia.
Si lava nelle acque sacre.
E’ completamente nudo,
E così vicino a te,
Riconoscilo ovunque !


Lo sannyasi va di tempio in tempio
Cercando di conoscere colui che dimora nel suo
cuore.
Oh, mente, non perdere la Via,
Anche dopo l’insegnamento
L’erba vista da lontano sembra più verde !


La Via della Conoscenza
È un giardino fertile.
Annaffialo con l’acqua dell’adorazione
Nella pienezza dell’azione.
Allora, un pò alla volta, offri alla Shakti
I frutti di questo giardino.
La libertà nasce dalla nudità assoluta.


Ho cercato la luna in me.
Ho iniziato ad adorarTi.
Qui e là ho trovato Nârâyana,
L’ho scoperto nella trama di ogni
cosa.
Perchè prende tutte quelle forme ?


Shiva é il cavallo,
Vishnu la sella,
Brahma le staffe.
La yoginî , con la sua arte,
Lo riconosce : l’Essere divino
Che monta il destriero.


Colui che è il suono eterno.
L’OM senza limite,
Forma stessa dell’etere,
Principio di assoluta vacuità,
Che risiede nello spazio del centro superiore,
Senza nome, senza forma, indefinito :
E’ il suo stesso riflesso ed emerge da« Io sono »
E’ lui che monta il destriero !


Oh Guru, oh Dio,
Dimmi la verità segreta !
I due respiri
Nascono dal bulbo kandapura
Nella regione ombelicale.
Perchè il respiro corto è freddo
E il respiro lungo è caldo ?
- La regione dell’ombelico sprigiona calore.
L’aria calda sale in gola, passaggio del
soffio.
Da Brahamânda però, scende
una corrente fredda
Il respiro corto é freddo, la lingua é calda.


Chi rimane assopito ?
Chi si risveglia ?
Qual é la fonte inestinguibile ?
Cosa posso offrire a Shiva ?
Qual é lo stato supremo ?
Quando la mente che discrimina s’assopisce
La Kundalini si risveglia !
La fonte dei cinque sensi zampilla costantemente.
L’acqua della presenza continua al mondo é
l’offerta a Shiva.
Il fremito perpetuo della coscienza
é il risveglio supremo.


Chi é il giovane fioraio ?
Chi é la giovane fioraia ?
Quale fiore offrirGli per adorarlo?
Da quale fonte ricavare l’acqua offerta a Shiva ?
Con quale mantra risvegliare Shiva in se stessi ?
Il giovane fioraio è la mente.
La giovane fioraia, il desiderio.
I fiori offerti la fiducia e l’adorazione,
La fonte, il chakra supremo dal quale proviene il nettare del dito lunare.
Il silenzio é il mantra che lo risveglia
Nel Sé.


Colui che non vede più nessuna differenza
Tra se stesso e l’assoluto
Colui che non separa più
Luce interiore e oscuramento
Può sviluppare, nell’equanimità del cuore,
La Coscienza non duale.
Lui solo può vedere il guru dei guru.


Colui che canta continuamente il nome di Shiva
Concentrato sul mantra silenzioso Hamsa 
Come in una vibrazione sottile di ciascun respiro,
Anche nell’attività quotidiana ,
Notte e giorno,
colui che é libero da ogni attaccamento
Tocca la non dualità.
L’assoluto allora é costantemente soddisfatto.


Taluni hanno rinunciato agli attaccamenti del cuore e ai loro beni.
Altri sono partiti per vivere in eremitaggio.
Tutto ciò é inutile finché
la mente non ha trovato la sua vera dimora.
Sii presente al respiro notte e giorno
E resta semplicemente dove sei !


Se smettono le vane fantasie
E il desiderio che forma la trama del tempo,
Si realizzi Shiva onnipresente, impalpabile e puro,
Puoi vivere nel mondo o vivere in eremitaggio
Abitato dalla verità che ti ha toccato.


Sempre arriviamo.
Sempre andiamo.
Sempre, notte e giorno.
Siamo in un movimento
Che ci riporta sempre
Al nostro luogo d’origine.
Là c’é un mistero
Una verità da afferrare.


Fissata la mente sulla via immortale
Senza deriva verso vie oscure
Sii fermo e senza paura
Perché la mente é come un neonato :
Agitato anche quando sta in braccio alla mamma.


Troppa indulgenza
ai piaceri dei sensi
non permette di raggiungere l’obiettivo..
Il digiuno e l’astinenza portano alla vanità.
Al di là degli estremi, vivi semplicemente
E ti si apriranno le porte della felicità.


Ci si veste per ripararsi dal freddo
Si mangia per placare la fame
Comprendi questo corpo !
Che altro dirti !


Colui che é presente al proprio respiro
Non è disturbato né dalla fame né dalla sete.
Colui che può praticare questa presenza
Vive nella pienezza.


L’uomo non trova soddisfazione
Nel potere fosse anche quello di un re.
Non trova soddisfazione nella rinuncia al mondo
La trova quando ritorna costantemente alla propria fonte.


Taluni sono risvegliati anche nel sonno.
Altri, che si proclamano risvegliati
Dormono profondamente.
Alcuni puzzano anche dopo essersi lavati !
Rari sono coloro che vivono nel mondo e rimangonoliberi dall’azione.


E’ facile conoscere le scritture,
Ma difficile incarnarle.
La ricerca della realtà è un processo sottile.
Solo con la pratica
Gli insegnamenti sono sbocciati nel mio cuore
E ho toccato la felicità suprema.


Leggoni libri sacri
E come pappagalli
Ripetono « Ram….Ram….Ram… »
I testi non sono altro che illusione
Se non si incarnano in ogni istante
Della tua vita.


Ho messo in pratica ciò che ho letto
E ho vissuto ciò che non avevo letto.
Ho cacciato il leone della foresta
Come se fosse uno sciacallo.
Ho insegnato ciò che pratico
E ho raggiunto l’obiettivo.


Il ventaglio di piume di pavone,
Il baldacchino regale.
I carri e i troni,
Le festività,
La danza,
Una coperta di cotone
Pensi che queste cose siano eterne ?
Come pensi che ti possa liberare Shiva
Dalla paura della morte ?


Perchè sei annegato
Nell’oceano dei piaceri mondani ?
Perché hai ignorato la diga
Che ti avrebbe aiutato ad attraversare
E in un dato tempo
Gli assistenti di Yama ti spenneranno.
Come pensi che ti possa salvare Shiva
Dall’angoscia della morte ?


Finitela con l’azione buona e cattiva
E con le tre impurità.
Respira consapevolmente
E pratica Kumbhaka. 
Così scoprirai i segreti
Degli altri mondi.
La Kundalini si risveglia
Come se sparassi all’orbita solare
E ti sbarazzi della paura della morte.


Indossa nuovamente l’abito della conoscenza !
Imprimi nel tuo cuore i canti di Lalla !
Con l’aiuto dell’OM
Lalla si è assorbita nel suo cuore,
S’é unita alla luce.
Così ha cacciato la paura della morte.


Ho sistemato il crogiuolo nel fuoco della mia fornace.
L’oro scintillante non ha più scorie
Come una sottile pellicola di ghiaccio.
Mi sono fusa nel fuoco dell’amore.
S’é levato il sole e io, Lalla,
Ho trovato la felicità quando mi sono ricordata
di non ero null’altro che il Tuo nome.


Ho errato nelle vaste distese.
Nelle dieci direzioni ho perforato il vuoto
Come un uragano
E ho trovato Shiva incarnato in tutte le cose.
Ho chiuso le nove aperture del corpo
E in me sono entrata nel palazzo di Shiva.


Viaggiando per le distese dell’assoluto,
Io, Lalla, ho perduto corpo e lume della ragione
Sono divenuta consapevole del segreto del Sé,
Ed ecco che per me, Lalla,
Fiorì il loto dal fango.


La mente è sempre nuova,
La luna cambia costantemente
E sempre freddo é lo spazio senza rive
Dell’oceano, che ho visto.


Il gesto quotidiano è il rituale.
La parola che esce dalla mia bocca, é il mantra.
Tutto ciò che si manifesta nel mio corpo
É il segno di questo riconoscimento assoluto.
Ecco rivelato nella sua totalità il tantra del Supremo Shiva.

Traduzione a cura di Alba Bertagnolli

 

  Torna